Come è arrivato il culto di San Nicola di Bari a Montesarchio? Quando? Grazie a chi?
Prima di rispondere a queste domande bisogna partire da ancora più lontano, e cioè dal principio: quando nasce il culto di San Nicola… a Bari?
San Nicola visse al tempo dell’Impero Romano, tra il III e il IV secolo d.C. Fu vescovo della città di Mira, l’attuale Demre, in Turchia, ed è in questa città che furono conservate le sue reliquie fino a dopo l’anno Mille.
Accadde poi che, come in tanti altri casi, i resti del Santo divennero un tesoro ambito dagli abitanti di diverse città: Venezia, Genova e Bari. Tre città di mare, attratte da San Nicola, protettore dei naviganti. Ebbe così inizio una vera e propria corsa alle reliquie, che vide vincitrice la città di Bari. Infatti, nel 1087 quarantasette baresi, tra cui due preti, raggiunsero la città di Mira: prima tentarono di comprare le reliquie; poi, davanti al rifiuto degli abitanti della città, ricorsero alla forza, rapinando i resti del Santo e caricandoli in fretta sulle navi. Le reliquie arrivarono a Bari il 9 maggio 1087, e fu così che il culto di San Nicola poté nascere e svilupparsi1.
Ma cosa c’entra Montesarchio, un borgo dell’entroterra, con Bari e il suo patrono? Di certo è difficile immaginare la presenza di alcuni naviganti in Valle Caudina…
Nel Catalogus Baronum, cioè Catalogo dei Baroni, una preziosa fonte di età normanna (XII secolo) sono riportati i nomi dei feudatari di molti centri del Sud Italia. Tra questi non manca Montesarchio (Monte Sarculo) che è suddivisa in due piccoli feudi: uno concesso a un uomo del posto, noto come Roberto da Montesarchio; l’altro, invece, a un tale Leo de Baro, cioè Leone di Bari2.
Leone di Bari risulta presente in Valle Caudina a partire dal 1139, anno in cui raggiunge un accordo con Maione, preposito dell’abbazia di San Modesto di Benevento, per il possesso di una terra situata in Valle Caudina e appartenente al monastero beneventano3.
Ed è proprio a Leone di Bari che si dovrebbe la diffusione del culto di San Nicola a Montesarchio: infatti, l’abbazia dedicata al Santo barese, sebbene posta sul versante longobardo del centro storico (Latovetere), è stata ricondotta all’età normanna dal Prof. Cielo4.
Bibliografia:
1) G. VITOLO, Medioevo. I caratteri originali di un’età di transizione, 2000, Sansoni, Milano, pp. 214 – 215.
2) E. JAMISON, Catalogus Baronum, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Roma, 1972, p. 177.
3) E. CUOZZO, Catalogus Baronum, Commentario, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Roma, 1984, p. 280.
4) L. R. CIELO, Montesarchio nel Medioevo: genesi e sviluppo di un abitato castrale, in Rivista Storica del Sannio 32, Arte Tipografica, 2009, p. 116.
Articolo molto interessante e pieno di cose che non sapevo, complimenti! 🙂
Grazie!
Grazie a te per la risposta! Colgo l’occasione per consigliarti questo indimenticabile film: https://wwayne.wordpress.com/2020/03/01/un-uomo-coraggioso/. L’hai già visto?